Sicurezza COVID-19

A voi pazienti,

LA VOSTRA SICUREZZA LA MIA PRIORITÀ

Faccio appello al vostro senso di responsabilità e vi chiedo di leggere quanto segue. Grazie.

#  Perchè il Coronavirus (COVID-19)  rappresenta un grande rischio per tutti noi?

Il vero rischio per tutti è rappresentato dalla particolare velocità di diffusione di questo virus e dalla sua contagiosità, esso è presente nelle goccioline di saliva e persiste sulle superfici se non rimosso ma è sensibile a tutti i disinfettanti. 

I sintomi più comuni di chi viene infettato sono febbre, stanchezza e tosse secca, oltre a perdita di olfatto, mal di gola, mal di testa, difficoltà respiratoria e congiutivite monoculare. Ma esistono anche persone sane (asintomatiche) che possono trasmetterlo.

La riduzione del rischio di contagio è una RESPONSABILITA’ CIVILE che deve interessare tutti noi.

La dottoressa Salvadori e gli studi presso i quali collabora, è organizzata per seguire tutte le regole di sicurezza indicate dall’Autorità Sanitaria.

COSA FACCIO? 

# Disinfezione 

Come è stato sempre fatto ma ora, per completezza d’informazione, lo spiego: 

1) Arieggiamo frequentemente la zona clinica e la sala d’attesa; 

2) Disinfettiamo ogni superficie della zona clinica e della sala d’attesa; 

3) Laviamo e disinfettiamo le mani con gel idro-alcolico. 

#Protezione

Da sempre tutto lo Staff usa camici, mascherine chirurgiche, guanti, ma ora secondo le indicazioni potenziamo i nostri dispositivi di protezione personale e mi vedrete con:

1) mascherine ffp3 ; 

2) visiere con schermo totale;

3) cuffie; 

4) copri camici monouso. 

La nostra protezione è la VOSTRA protezione.

 # Riduzione del rischio di contagio

1) Effettuazione di un TRIAGE telefonico: a TUTTI i pazienti prima dell’appuntamento,  vengono fatte domande circa il loro stato di salute in particolare l’assenza di quelli che sono i sintomi tipici del COVID-19 (febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, difficoltà a respirare, dolori muscolari). 

2) Rimando gli appuntamenti di tutti i pazienti che presentano sintomi o che sono venuti in contatto con persone con malattia da COVID-19 accertata o sospetta. 

3) Programmo controlli ortodontici per via telematica. Se la vostra situazione clinica lo permette, verrete contattati per fissare un appuntamento di ”controllo virtuale”. Utilizzo prevalentemente la piattaforma “Smile Consult”, che richiede l’installazione di Zoom su qualsiasi device (PC, Mac, smartphone). Per questo genere di controllo è indispensabile una ottima illuminazione (es. luce solare diretta, lampada alogena) ed una connessione Internet adeguata.

Per questo vi chiedo di dedicare pochi secondi alla visualizzazione di questo video che vi indicherà la modalità di esposizione della cavità orale vostra o dei vostri figli.

Per motivi di privacy considero che chi accetta tale metodica di controllo remoto virtuale (zoom, skype, altro…) mi conceda il consenso a farlo. 

…E A VOI COSA VIENE RICHIESTO IN STUDIO?

Ognuno è tenuto a mantenere comportamenti utili alla prevenzione del contagio.

1- I pazienti e i loro accompagnatori (genitori, zii, nonni, tate, fratellini) NON devono presentare sintomi influenzali. 

2 – Nel caso si manifestino sintomi influenzali, anche lievi, vi chiediamo – nel rispetto di tutti – di spostare l’appuntamento. 

3 – Tutti i pazienti ed i loro accompagnatori devono disinfettare le mani all’ingresso dello studio con il gel idro-alcolico fornito dallo studio. Vi chiediamo di portare ed utilizzare una mascherina in sala d’attesa. 

4 – Chiedo ai genitori di non accedere all’ area clinica e di lasciare che i BAMBINI VENGANO DA SOLI.

5 – Nel caso siano previste procedure lunghe, chiediamo agli accompagnatori dei pazienti di non sostare in sala d’attesa ma, se possibile, attendere fuori dallo studio.

6 – Sarà tassativamente vietata l’introduzione in area clinica di qualunque oggetto personale dei pazienti (occhiali, chiavi, telefoni cellulari ecc…), andrà messo all’interno delle borsette oppure in buste monopaziente.

7- L’aggiornamento sulla situazione clinica di vostro figlio/a sarà effettuato per il tramite delle assistenti, vi aggiornerò personalmente se strettamente necessario o se voi genitori, avrete comunicazioni URGENTI non delegabili ad altri.

Certa della vostra collaborazione e comprensione vi saluto e vi aspetto.

Cordialmente,

Dott.ssa Salvadori

Guida pratica di odontoiatria pediatrica

Carissimi pazienti e genitori,
oggi desidero condividere con voi un’utilissima guida che
nasce da un’equilibrata e consolidata collaborazione, che
vede i Pediatri di Famiglia (PdF) e gli Odontoiatri alleati nella
campagna di prevenzione delle patologie odontoiatriche in
età pediatrica.
Questa guida non ha, pertanto, lo scopo di essere un
trattato esaustivo di odontoiatria pediatrica: essa è nata con
il preciso scopo di dare uno strumento di facile
consultazione per il pediatra, ma anche per genitori attenti
alla salute orale dei propri figli!

Buona lettura,
vostra Dott.ssa Benedetta

Istruzioni post-debonding

Oggi è stato rimosso l’apparecchio fisso!!!
La fase attiva di trattamento si è conclusa!

Le apparecchiature sono state rimosse e sostituite con contenzioni per mantenere i denti in posizione e per permettere alle strutture di supporto del dente di ricostruirsi.
Per mantenere i risultati raggiunti durante la fase attiva, è importante che le apparecchiature di contenzione vengano portate secondo le indicazioni fornite.

 

Contenzione mobile

Deve essere lavato con un detergente ed uno spazzolino con setole dure e, almeno una volta alla settimana, immerso in una soluzione per apparecchi ortodontici.
Quando non è usato deve essere sempre riposto nel contenitore che ti è stato consegnato: perderlo è più facile di quanto non pensi!
Non mancare agli appuntamenti di controllo con l’apparecchiatura, perché solo in questo modo gli sforzi fatti potranno essere ottimizzati!

Retainer fisso

È una delle forme di contenzione più semplici ed efficaci: studi prospettici a lungo termine hanno dimostrato che non comporta alcun rischio per la salute dentale.
Naturalmente, come ti abbiamo spiegato, servono un’igiene corretta ed un adeguato mantenimento.
Consigliamo di mantenere il retainer fisso:

  • per gli adolescenti almeno fino alla fine della crescita e all’eruzione/estrazione dei denti del giudizio;
  • per gli adulti è spesso consigliato un uso prolungato nel tempo, per i rischi maggiori di recidiva dentale.

Se ti sembra che il retainer non sia ben saldo, chiamaci subito
per un appuntamento di controllo e per l’eventuale ricementazione!

 

Ti consigliamo di effettuare nelle prossime settimane una visita di controllo odontoiatrica generale e di non trascurare per il futuro le buone abitudini di igiene orale che hai mantenuto con l’apparecchio fisso.

  • Usa abitualmente il filo interdentale
  • Sottoponiti ai normali controlli odontoiatrici (ogni sei mesi)
  • Fai controllare anche il buono stato della cementazione della contenzione fissa.

La fase di ritenzione dura per contratto 2 anni.
Tuttavia, a seconda dell’età e della stabilità intrinseca dell’occlusione, apparecchiature di mantenimento possono essere utilizzate a lungo termine, per prevenire fisiologici spostamenti della dentatura nel tempo.
Dopo 2 anni eventuali visite di controllo e rifacimenti/aggiustamenti delle apparecchiature non saranno più compresi nel costo del trattamento già eseguito.

 

Ti ringraziamo per averci affidato la cura del tuo sorriso!

Istruzioni e cura dello splint di Roth (bite)

Roth splint (bite)

  1. Indossa il bite ALMENO 1 ora prima del controllo con la dottoressa.
  2. Non mangiare quando hai il bite in bocca.
  3. Quando non utilizzi il bite, tienilo nell’apposito contenitore. I bambini piccoli e gli animali hanno l’abitudine di considerarlo come un giocattolo.
  4. Prima di riporre il bite nel suo contenitore, puliscilo con del sapone liquido delicato o detersivo per piatti in acqua fredda per rimuovere l’eventuale placca e asciugalo (mai metterlo in lavastoviglie!!!)
  5. Indossa il bite quando vai a dormire. Utilizzalo di giorno solo se ne hai bisogno o secondo istruzioni.
  6. Scrivi il tuo INDIRIZZO o Numero di telefono sul contenitore, se dovessi perderlo te lo potranno rispedire.
  7. Non farlo cadere per terra o nel lavandino, è fatto di resina rigida che potrebbe spezzarsi.

Cose che noterai mentre indossi il bite:

  • Aumento della salivazione. Questo si calmerà in 3-5 giorni.
  • I denti potrebbero indolenzirsi i primi giorni e le prime notti dopo la consegna del bite
  • Farai fatica a parlare, soprattutto a pronunciare la “S” e la “Z”.

Contatta lo studio nei seguenti casi:

  • Quando metti il bite e chiudi con i denti posteriori, il morso non è uguale a destra e a sinistra
  • Se dovessi sentire capogiri e intabilità posturale.
  • Se il bite risulta troppo stretto o troppo largo.
  • In una piccola percentuale di casi, nei primi giorni dopo la consegna del bite, potrai avere dolore ai muscoli masticatori con una limitazione all’apertura più o meno marcata. Questo fenomeno è diretta conseguenza dell’effetto benefico del bite in quanto, stirando la muscolatura contratta, può causare indolenzimento agli stessi muscoli (come quando si fa stretching dopo un’attività fisica intensa possono far male i muscoli).

Non allarmarti ma contattaci in studio e ti prescriveremo una breve terapia con antinfiammatori e, dopo il controllo del bite, ti consiglieremo di indossarlo anche durante il giorno fino alla scomparsa del dolore.

Cone beam computed tomography (CBCT)

La tomografia computerizzata cone beam (cone beam computed tomography, CBCT) o tomografia computerizzata a fascio conico è una tecnica di imaging biomedico.

Durante la scansione la sorgente può emettere una radiazione continua oppure pulsata, come avviene nella maggior parte dei casi, al fine di limitare la dose somministrata al paziente che è di gran lunga inferiore rispetto a quella di esami analoghi effettuati con le precedenti TAC a spirale. Le dosi di radiazioni ionizzanti somministrate dalla CBCT sono generalmente 5-20 volte più basse, a parità di volume irradiato, rispetto agli altri esami realizzati tramite tomografia computerizzata tradizionale (TAC).

È una tecnica recente utilizzata in implantologia, parodontologia, endodonzia, chirurgia orale e maxillo-facciale, ortodonzia, per lo studio  dell’articolazione temporo-mandibolare. Questa metodica diagnostica è in grado di associare l’uso del computer a quello dei raggi X e fornisce immagini nitide e particolareggiate del tessuto esaminato.

Anche in caso di pazienti sofferenti di claustrofobia, grazie al design dell’apparecchiatura aperto, di solito l’esame non risulta essere opprimente.

L’esecuzione di una CBCT avviene in centri di radiologia specializzati.


Immagine 3D estrapolata da una CBCT cranica a scopo ortodontico

Cos’è l’endodonzia

L’Endodonzia è la scienza medica, nell’ambito dell’Odontoiatria, che ha per oggetto i tessuti interni del dente, le patologie e i trattamenti correlati. Quando questi tessuti o i tessuti che circondano la radice dentale si ammalano o danneggiano a causa di carie o traumi, il trattamento endodontico permette di salvare il dente.

Cos’è un trattamento endodontico, o cura canalare o “devitalizzazione” del dente?

Il trattamento endodontico è un intervento odontoiatrico ambulatoriale che si rende necessario quando la polpa (il tessuto molle interno al dente) è infiammata o infetta per un danno provocato da una carie profonda, dall’esito di interventi sul dente, o da un trauma (grave e improvviso o più leggero ma ripetuto) che ha provocato frattura o scheggiatura o incrinatura profonda.

La polpa dentaria, contenuta all’interno dei denti, popolarmente nota come nervo del dente, è in realtà un tessuto altamente specializzato costituito da arterie, vene, terminazioni nervose e cellule connettivali. Nell’età dello sviluppo questo tessuto ha la funzione di formare la struttura portante calcificata del dente (dentina); nell’adulto, ad accrescimento completato, la polpa – ormai assottigliata – resta confinata nella camera pulpare e nei canali radicolari, con funzioni residuali di sensibilità al freddo e idratazione della dentina.

A perturbare lo stato di salute pulpare possono intervenire varie situazioni patologiche, la più frequente delle quali è di gran lunga la carie dentaria, ossia la decalcificazione e distruzione progressiva dei tessuti duri del dente per l’azione di microrganismi presenti nella placca batterica. Se non si interviene tempestivamente la cavità prodotta dalla carie si ingrandisce e approfondisce ed estende finché la polpa viene raggiunta dai batteri con trasformazioni irreversibili dovute all’infezione. Quando si arriva a questo stadio la cura conservativa che consente di mantenere il dente evitando l’estrazione è la terapia endodontica, o cura canalare o anche più impropriamente devitalizzazione. In generale l’Endodonzia mira a conservare i denti che hanno ricevuto un danno grave della loro struttura che ha portato all’infezione e alla necrosi della polpa, con ripercussioni acute o croniche dei tessuti circostanti, più o meno dolorose. La moderna Endodonzia si avvale di strumenti sofisticati per la diagnosi e la terapia, quali lo stereomicroscopio operatorio, i biomateriali innovativi, la strumentazione in leghe speciali.

Quali segni indicano la presenza di una carie?

La carie può non dare alcun segno precoce della sua presenza, oppure i sintomi sono tanto lievi da non indurre preoccupazione. Questo avviene soprattutto nei primi stadi, ma spesso anche di fronte alla completa distruzione del dente il paziente può non riferire alcun fastidio particolare e mostrarsi anzi sorpreso di quanto avvenuto senza dolore. Solo con il controllo periodico dal dentista – che va effettuato anche in assenza di dolore – è possibile verificarne la presenza fino dai primissimi stadi e intervenire con una terapia precoce e quindi limitata, minimizzando i danni e scongiurando dolori improvvisi e cure in regime di urgenza. Il dolore perciò, nel caso dei denti, non è un segnale di allerta affidabile e neanche un indice di gravità del danno: la soluzione è la visita periodica dal dentista.

L’eccessiva sensibilità al freddo è un sintomo da tenere in considerazione, ma non è un indice univoco della presenza di una carie. Può essere causata anche dalla scopertura a livello dei colletti (la parte dei denti prossima alla gengiva) per  malattia parodontale, per abrasione da spazzolino da denti usato in maniera scorretta, oppure per una particolare acidità del cavo orale (erosione da eccessiva assunzione di cibi acidi come agrumi o aceto, o ancora per situazioni patologiche quali il reflusso gastroesofageo). Anche il digrignamento (bruxismo), o incrinature/fratture possono dar luogo a ipersensibilità al freddo.

Oltretutto il segno del dolore al freddo o anche ai cibi dolci o salati è completamente assente nei denti già trattati endodonticamente. È la polpa la parte sensibile e se la polpa è in necrosi, o è stata asportata per una pregressa terapia canalare, questo sintomo viene a mancare. Da notare a questo proposito che la carie attacca indifferentemente e con la stessa intensità sia denti sani, sia denti precedentemente curati o devitalizzati.

Escluse le situazioni elencate sopra, quando la sintomatologia caldo, freddo, dolce, salato è accompagnata da un dolore più o meno localizzato che perdura per un certo tempo successivamente allo stimolo, questo rappresenta un segno evidente della presenza di una carie già allo stato avanzato. Il danno si estende in rapida progressione e se non intercettato in tempo porta inevitabilmente a fenomeni dolorosi di pulpite (infiammazione acuta) e necrosi (morte cellulare) della polpa del dente stesso. La cura in questa fase tardiva non è più la rimozione della parte cariata e un’otturazione più o meno estesa, ma è necessitano il trattamento endodontico (o cura canalare, detta anche devitalizzazione o canalizzazione).

Il trattamento endodontico

In cosa consiste?
Il trattamento endodontico (o cura canalare anche detto devitalizzazione o canalizzazione) consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale) infiammata e infetta, presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, e nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?
Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive)

Quanto tempo richiede?
Il trattamento endodontico è ormai veloce anche per i molari, grazie alle nuove tecniche e alle moderne apparecchiature a disposizione. Le fasi operative sono le seguenti:

  • Anestesia locale per neutralizzare il dolore anche nei casi con polpa ancora sensibile
  • Ricostruzione provvisoria della corona dentale quando questa è molto distrutta, allo scopo di eliminare tutta la carie senza rinunciare alle pareti della cavità del dente (contenimento dei liquidi disinfettanti e aggancio del foglio di gomma isolante)
  • Isolamento del campo operatorio mediante la diga di gomma (mezzo imprescindibile per una buona riuscita della cura canalare) consistente in un foglio di lattice di gomma teso da un archetto e tenuto fermo da un gancio posto intorno al dente da curare o a un dente vicino.
  • Apertura della camera pulpare: accesso alla polpa attraverso una cavità preparata dal lato masticante del dente
  • Reperimento del o dei canali radicolari con l’ausilio di ingrandimenti ottici.
  • Misurazione della lunghezza di lavoro ossia di ciascun canale presente (da un riferimento sulla corona fino all’apice radicolare) mediante una radiografia e un localizzatore elettronico d’apice (la dose di radiazione assorbita nell’esecuzione di una radiografia ad uso odontoiatrico è minima).
  • Strumentazione dei canali mediante strumenti endodontici che asportano la polpa canalare,  contaminata dai batteri e sostanze infette, creando nel medesimo tempo una forma delle pareti adatta a una completa otturazione.
  • Lavaggi con ipoclorito di sodio, potente disinfettante, per ottenere un ambiente il più possibile pulito e asettico
  • Otturazione canalare mediante guttaperca, materiale plastico e modellabile con il calore, associato a un cemento canalare
  • Ricostruzione della corona
  • Controllo radiografico della fine della cura
  • Eventuale protesi fissa (corona o ponte)

Fluoro sì – fluoro no

Mi viene spesso posta la domanda da voi genitori sull’efficacia o meno nell’utilizzo del fluoro e come quest’ultimo debba essere somministrato.
Mi piace rispondere in maniera più completa affermando che la carie è una delle malattie croniche più diffuse in tutto il mondo (Harris et al., 2012; Do, 2012).

È una malattia ad eziogenesi multifattoriale ed i fattori predisponenti sono elencati in seguito.
Una revisione sistematica attribuisce modesta efficacia ai fini preventivi nella dentizione decidua ai supplementi fluorati (compresse, gocce o chewing-gum) (Tubert-Jeannin et Al., 2011), che andrebbero quindi utilizzati in condizioni di oggettiva difficoltà all’uso topico del fluoro.
L’assunzione sistemica (gocce, compresse) di fluoro in gravidanza finalizzata alla prevenzione della carie nel nascituro non è supportata da evidenze scientifiche di elevata qualità. (Leverett et Al.,1997; USA Centers of Disease Control, 2001; Sa Roriz Fonteles et Al.,2005; Irish Oral Health Service Guideline Iniziative, 2008; New Zealand Guidelines Group, 2009; European Academy of Paediatric Dentistry, 2009; Rozier et Al., 2010; American Academy of Paediatric Dentistry, 2011).

Il ruolo dei genitori è cruciale per la promozione e il mantenimento della salute orale nei primi 3 anni di vita. I genitori vanno supportati dalle raccomandazioni del pediatra e del dentista (Ismail, 1998; Gussy, 2006). Le visite periodiche sono essenziali per la salute orale del bambino e i consigli dietetici e l’allenamento alle manovre di igiene orale dovrebbero essere promossi il prima possibile. Un elevato consumo di zuccheri (compreso il miele), specialmente se somministrato con il biberon, dovrebbe essere bandito.

Per quanto riguarda la carie sono stati identificati i seguenti 6 fattori di rischio:

  1. Status socio-economico del nucleo familiare di appartenenza.
  2. Dieta.
  3. Patologie sistemiche e disabilità.
  4. Fattori microbiologici.
  5. Scarsa attitudine all’igiene orale.
  6. Apporto non ottimale di fluoro

Tecniche di prevenzione per fasce d’età e livello di rischio individuale

Da 0 a 3 anni le misure di prevenzione sono esclusivamente somministrate dalle figure genitoriali,
dopo i 3 anni il bambino acquisisce gradualmente le competenze.
Le modalità preventive dipendono dall’età e dal rischio carie individuale.

Tecniche preventive addizionali nei soggetti di 0-6 anni ad alto rischio

Il fluoro sistemico (gocce o compresse) non dovrebbe essere prescritto se il bambino si spazzola regolarmente utilizzando un dentifricio fluorato. Se ne riserva la prescrizione a situazioni di oggetti va difficoltà nella somministrazione topica e come tecnica preventiva addizionale nei soggetti ad alto rischio (carie precoce dell’infanzia-Early Childhood Caries (ECC), contesti socio-economici svantaggiati, disabili), con la raccomandazione di sciogliere in bocca la compressa per 1-2 minuti prima di ingoiarla. Il dosaggio va inoltre valutato con attenzione in rapporto all’età ed al quantitativo di fluoro assunto con l’acqua di rubinetto e/o in bottiglia. Gli integratori fluorati sono indicati per una concentrazione di fluoro nell’acqua <0.6 ppm (mg/l). (American Academy of Paediatric Dentistry,2012).

Tecniche preventive addizionali in soggetti di 7-12 anni ad alto rischio

I sigillanti vengono utilizzati per proteggere il sistema fissurale dei molari permanenti in pazienti ad alto rischio di carie all’interno di una strategia preventiva mirata (American Dental Association, 2008; Hiiri et Al.,2010; Splieth et Al., 2010; Mejare et Al., 2003; Azarpazhooh and Main, 2010).

 

Tabella riassuntiva: prevenzione della carie in età pediatrica

Età Tutti Soggetti a rischio
0-3 anni – Igiene orale quotidiana effettuata da/o con la supervisione dei genitori
– “striscio” di dentifricio con almeno 1.000 ppm di fluoro
– Spazzolamento 2 volte al dì dalla comparsa del primo deciduo
– La frequenza e la quantità di cibi e bevande zuccherati deve essere ridotta e limitata ai pasti principali
– Utilizzare se possibile farmaci “sugar-free”
– Fluoro sistemico
3-6 anni – Visita odontoiatrica periodica
– Non somministrare cibi e/o bevande dopo lo spazzolamento serale
– Lo spazzolamento con la supervisione di un genitore
– “pisello” di dentifricio contenente almeno 1.000ppm di fluoro
– Applicazione di vernici fluorate
Dai 7 anni – Visita odontoiatrica periodica
– Filo interdentale (14 anni)
– “pisello” di dentifricio contenente almeno 1.000ppm di fluoro
– Applicazione di sigillanti
– Applicazione di vernici fluorate
– Applicazione di gel fluorati
– Utilizzo di collutorio fluorato