Cos’è la carie

Come spiega l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la carie è una patologia che ha tra le cause principali l’effetto di agenti esterni (la bocca è una cavità rivestita di mucosa che può conservare residui di cibi) che causano il rammollimento di smalto ed aggrediscono la sottostante dentina, ossia i tessuti duri dei denti, formando una cavità. La conseguenza è la demineralizzazione dei tessuti duri per via della produzione acida della placca batterica.
Il Ministero della Salute la definisce, analogamente, una malattia infettivo/batterica a carattere cronico-degenerativo ad eziologia multifattoriale. Colpisce una fetta importante della popolazione nei Paesi sviluppati, oltre l’80%, tanto da essere considerata la patologia più diffusa al mondo. Colpisce tutte le età aumentando man mano che passano gli anni, ma nei giovani è la malattia infettiva cronica più frequente.
Principali cause della carie e sintomi

È una patologia multifattoriale nella quale intervengono molte condizioni tali da predisporre l’organismo. Nonostante le tante ipotesi formulate sulla sua origine, sembra ormai certo che oltre a cause esterne della carie, che svolgono l’azione principale sui denti, esistano dei fattori interni, che predispongono l’innesco della carie. In ogni caso, sulla familiarità con questa patologia possono pesare anche le cattive abitudini, come l’eccessivo consumo di zuccheri o la scarsa igiene orale. Tre fattori possono essere dunque indicati come i principali, strettamente correlati tra loro:
• presenza di particolari batteri, alcuni dei quali producono acido, che si installano sulla superficie del dente sfruttando la placca batterica;
• le cattive abitudini alimentari, in particolare gli zuccheri, che nutrono i batteri;
• facilità di attacco dei batteri ad alcuni soggetti per via di una fragilità dei tessuti dentali;
La carie dentale può essere di primo, secondo e terzo grado, e i suoi sintomi tipici e più avvertibili quando è in fase avanzata sono la sensibilità a caldo e freddo, l’alito cattivo, il dolore intenso al dente colpito dai batteri e ai tessuti circostanti.
La carie richiede un intervento dentistico professionale come unica via d’uscita, perché i tessuti, non riuscendo a rigenerarsi, non possono guarire da soli. Il trattamento principale per la cura delle carie è l’otturazione, cioè la sigillatura delle fessure che i batteri, nutrendosi di smalto e dentina, hanno scavato nel dente prescelto, in alternativa si può inserire nella cavità ottenuta dopo l’eliminazione della carie un materiale modellabile con un’operazione detta intarsio.
Questi tipi di intervento non possono comunque aver luogo se la carie ha iniziato a demolire il dente anche nella polpa: è in questa circostanza, a causa dell’infezione dei tessuti che porta all’ascesso, che viene eseguita la devitalizzazione del dente. In alcuni casi la lesione è ancora più grave, sotto forma di granuloma o cisti, e rende necessaria una cura antibiotica. Nella peggiore delle ipotesi, quando il dente è irrecuperabile, il dentista lo estrae.
La prevenzione

Lavare bene i denti non è solo un’operazione routinaria: serve per ridurre il numero dei batteri e per allontanare i residui di cibo specie se appicicosi, che hanno una potente azione cariogena. Particolarmente consigliato è lavare i denti almeno la sera, perché è la notte il momento più propizio per la trasformazione del cibo in placca.
Lo spazzolino deve adattarsi alle caratteristiche fisiche di chi lo usa, ma ingenerale dovrebbe avere le setole di durezza media e la testina capace di raggiungere ogni anfratto della cavità orale, deve essere pulito bene dopo ogni applicazione perchè vi si depositano i germi buccali e moltiplicarsi, non deve essere usato in comune e dovrebbe essere sostituito ogni 3-6 mesi. Uguale trattamento deve essere riservato anche a quelli elettrici.
L’uso del filo interdentale riduce il sanguinamento (abbattendo la placca batterica), del 67% rispetto al 37% dello spazzolino, ed è l’unico ausilio in grado di pulire tra gli spazi dentali.
Le regole auree della prevenzione non si riducono dunque ad un solo lavaggio:
• spazzolare i denti tre volte al giorno, usare anche filo interdentale e collutorio;
• unire all’igiene orale una corretta alimentazione, che limiti zuccheri carboidrati complessi e privilegi cibi come cereali e pesce;
• smettere di fumare, perché l’assunzione di tabacco è spesso la causa principale di denti gialli, infezioni, alito cattivo;
• mettere in calendario controlli periodici dal dentista e igiene orale professionale: i dentisti consigliano la pulizia ogni sei mesi, al massimo un anno.
Prevenzione è dunque la parola chiave, in questa patologia diffusissima su tutto il pianeta e a rischio di degenerazione se non viene colta in tempo. E prevenire, in questo caso, non è meglio che curare, ma è una cura, la prima ed essenziale, per questo motivo consiglio una visita semestrale o annuale per individuare carie in stato iniziale e mantenere la maggior quantità di tessuto dentario sano.